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 Ventimiglia-Trieste: l'itinerario
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luca
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Italy
7974 Posts

Posted - 17 Sep 2008 :  11:27:24  Show Profile  Reply with Quote
Come suggerito dal Ciava nel topic su "quello che non ha le pa**e" , vi posto l'itinerario di un giro in moto che ho fatto quest'estate.
Quella della Transalpina, da Ventimiglia a Trieste, era un'idea che covavo da una decina d'anni.
Quest'anno, grazie alla favorevole congiunzione astrale di una serie di circostanze, l'ho messa in pratica.

Posto qui il percorso, nella speranza che per qualcuno possa essere un buono spunto, magari anche solo per una piccola parte dell'intero percorso.

ATTENZIONE: Prima di leggere quanto segue, munitevi di una mappa dei paesi alpini, vi aiuterà!

Giorno 1: Trasferimento ad Imperia
Sono partito con "in testa un’idea meravigliosa" (ricordate chi era Cesare Ragazzi? ): raggiungere il punto di partenza del viaggio percorrendo la statale Aurelia (eccetto il tratto genovese che avrei “saltato” in autostrada). Bene, l’idea è tutt’altro che meravigliosa, è proprio una ca**ata!
Bellissimo il passo del Bracco che non delude mai anche chi, come me, l’ha percorso già svariate volte. Per il resto, lasciate perdere ogni velleità da viaggiatore incallito: specie in agosto, il litorale ligure è un inferno su asfalto. Traffico, semafori, incroci, rotonde più o meno improvvisate, passaggi a livello... E pensate che io ero in moto. In macchina sarebbe mooooolto peggio.
L’A12 è un’ottima alternativa.

Giorno 2: Imperia – Courmayeur
Sapevo che questa tappa (che inizialmente avrebbe dovuto essere Ventimiglia – Aosta) sarebbe stata lunga. Ma non così!
Memore della lezione del giorno prima, raggiungo Ventimiglia in autostrada per dirigermi verso il Col di Tenda. Primo sconfinamento in Francia per poi rientrare in Italia al termine del tunnel (purtroppo qui, a differenza del Gran San Bernardo, non c’è un alternativa al “buco nella montagna”). Niente di particolarmente suggestivo.
A Borgo San Dalmazzo, si seguono le indicazioni per il Colle della Maddalena (o Col de Larche, alla francese). Strada scorrevolissima, fin troppo per la MT-03, fin quasi al confine. Poi, all’altezza di Argentera, ultima località italiana, il percorso assume finalmente il vero aspetto di un passo alpino. La gustosa discesa porta fino all’innesto della strada che porta al Col de Vars, ben più impervio e “sfidante” (anche se il meglio deve ancora arrivare).
Pausa pranzo a Guillestre dopo circa 200 km dalla partenza e provvidenziale rifornimento. A proposito, i distributori di benzina in Francia sono merce rarissima, specie sulle strade di montagna e, negli orari di chiusura, funziona solo con carte e bancomat dotate di chip! Tenetene conto in caso di viaggio oltralpe in moto. Con la macchina, naturalmente, non ci sono problemi.
Salgo, poi, al Col de l’Isoard e, giunto a Briancon, seguo le indicazioni per Torino che mi portano sui tornanti del Monginevro che mi riconduce in territorio italiano.
Dopo aver raggiunto Susa, preceduto di poco da un abbondante scroscio d’acqua, che mi ha risparmiato lasciandomi, però, in eredità l’asfalto bagnato, imbocco il Moncenisio.
Appena entro in territorio francese (per la terza volta nella giornata), mi accoglie, oltre ad un asfalto asciutto, un paesaggio spettacolare, merito anche e soprattutto della diga e del lago artificiale.
Qualche chilometro di discesa su una strada “guidata” e ben asfaltata, e si devia per la Cima Coppi del viaggio, il Col de l’Iseran, a quota 2770, il mio nuovo record. I primi chilometri si percorrono sul fondo di una vallata (la valle del fiume Arc) incorniciata da due gruppi di montagne sui due lati.
Poi, quando all’altezza di Bonneval, sembra chiudersi anche di fronte, la strada fa una netta svolta sulla sinistra e da lì inizia la salita per l’Iseran. Una serie infinita di tornanti che conducono in vetta.
La discesa a valle ricalca specularmente la salita. Primo tratto stretto e impegnativo, parte bassa scorrevole.
Segue il secondo rifornimento a Bourg Saint Maurice, prima località dotata di stazione di servizio dopo decine di km, e la salita verso il Piccolo San Bernardo: suggestivo, bellissimo, entusiasmante.
Si sta facendo tardi. Desisto dall’intento di raggiungere Aosta e mi fermo a Courmayeur. Il “TRIP2” segna 523 km. Giornata impegnativa!

Giorno 3: Courmayeur – Gravedona
Si riparte! Direzione Aosta e poi Gran San Bernardo. Attenzione, il passo, non il tunnel! Qui, a differenza che sul Tenda, c’è la possibilità di scegliere. E la scelta è obbligata!
Il paesaggio è suggestivo su entrambi i versanti ma su quello italiano l’asfalto è pessimo, ci sono dei lavori in corso e il catrame appena steso e non pressato mi schizza dovunque imbrattandomi moto e jeans! Su quello svizzero, l’asfalto è un biliardo. Quando i luoghi comuni trovano conferma...
La Svizzera, però, ci accoglie con un cielo plumbeo che ci accompagnerà per tutto il giorno.
Giunto a Martigny, imbocco la 9 fino a Brig e poi la 19, strade a fondo valle, dritte, senza particolari attrattive e per giunta disseminate di centri abitati. Perciò, gas chiuso e velocità codice: siamo in Svizzera, non si transige!
A conti fatti, suggerisco l'alternativa che prevede, giunti a Martigny, di proseguire sulla 9
fin quasi a Aigle e poi prendere la strada che, attraverso il Col de la Croix e il Col du Pillon, porta alla mondanissima Gstaad. Da lì, puntando verso Spiez e Interlaken, si raggiunge il Grimselpass. Da Gletsch il giro ritorna al programma previsto.

Il piano iniziale prevede di percorrere il Furkapass, l’Oberalppass e il Lucomagno ma nubi minacciosissime mi inducono a cambiare rotta. A Munster imbocco il bellissimo passo Nufenen, ottima alternativa anche se spazzato da un vento gelido, e raggiungo Bellinzona. Nel Ticino ritroviamo il sole che ci accompagna fino a sera. Raggiungiamo Lugano da dove si fa ritorno in Italia. Pernottiamo sul lago di Como, nei pressi di Gravedona. La vista dall’hotel è splendida e compensa ampiamente una giornata motociclisticamente solo discreta.

Giorno 4: Gravedona – Valdaora
Oggi torno a percorrere “le mie strade”. Il punto di partenza è a soli 100 km da Bergamo e i passi che sto per affrontare li ho vissuti più volte nelle mie scorribande domenicali.
Da Chiavenna inizia il Luna Park, il Maloja, che adoro. Ad eccezione degli ultimi tre chilometri, è una strada di montagna atipica. Pochi tornanti, tutti larghi da affrontare senza patemi anche in terza in pieno appoggio, asfalto perfetto e panorama da cartolina. Che volere di più?
Si passa da Sankt Moritz (un po’ di glamour non guasta) e si sale poi verso il Bernina. La discesa verso Tirano è una delle strade più belle che ho mai percorso: altro “consiglio per gli acquisti”.
Da Tirano rapido trasferimento a Bormio, 35 km da percorrere tutti in quinta, prima di “attaccare” lo Stelvio. Pranzo allo Chalet Tibet a quota 2800 con vista sul versante Altoatesino: niente da aggiungere!
La discesa, che avevo già affrontato con due moto sportive (YZF 750 e R1) e chi mi era rimasta impressa per l’impegno fisico e mentale richiesto, con la MoTina è al tempo stesso una passeggiata e una goduria. E’ incredibile come i punti di vista possano cambiare la percezione delle cose. Con una MR2 assettata (molto) si rischia il contatto sull'asfalto sui primi tornanti, molto stretti e ripidi.
A questo punto il meteo, fino a questo punto nostro alleato, ci si rivolge contro e ci costringe ad un altro cambiamento di programma. Da Merano avrei dovuto percorrere il passo Monte Giovo per poi raggiungere Vipiteno e da lì imboccare la val Pusteria. Ma una tempesta in corso mi induce a deviare per Bolzano da dove prendo l’A22, esco a Chiusa e percorro la splendida val Gardena fino al passo Gardena. Il tempo si è rimesso al bello ma le nuvole cominciano rapidamente e improvvisamente ad abbassarsi. Poco dopo, la pioggia, che fino a questo punto mi aveva graziato, fa il suo ingresso trionfale e mi accompagna fino all’hotel. Poco più di mezz’ora, più che sufficiente, nonostante l’abbigliamento antipioggia, a darmi una bella “lavata”... In quei momenti rimpiangevo la capote della MR2!
Insomma, conclusione fastidiosa di una giornata per tre quarti memorabile.

Giorno 5: Valdaora – Tolmezzo
Guardate la cartina. Valdaora (o Olang, in tedesco) non è lontanissima da Tolmezzo. Perché ho impiegato una giornata intera? Semplice, mi sono fatto il Grossglockner!
Ma andiamo per ordine: iniziamo con il passo Stalle. E’ la terza volta che lo percorro ma ogni volta è una sorpresa. Fino al lago di Anterselva la strada è ampia e comoda, da percorrere tutta in quarta o quinta (se c'è, anche in sesta. La mia MoTina ha solo 5 marce). All’altezza del lago, diventa un vero passo alpino. La strada è tanto stretta che si può salire dall’Italia solo dal minuto 30 al minuto 45 di ogni ora (dall’Austria si può scendere dal minuto 00 al minuto 15). Arriviamo alle 10.50, il semaforo rosso, impietoso, ci impone quaranta minuti di piacevole sosta sul lago.
La discesa sul versante austriaco è molto più guidata ed appagante. Dopo una ventina di chilometri, all’altezza di Huben, si innesta la statale 108 che ci conduce a Lienz. Da lì, una miriade di indicazioni stradali ti “costringono” a non fallire l’appuntamento con il Grossglockner, la statale 107, definita da molti motociclisti, la strada più bella d’Europa.
A ragione? Vale i 18 euro del biglietto? Non lo so! Non ho visto praticamente nulla.
Nella salita verso i 2500 metri e passa di altitudine sono stato inghiottito dalle nuvole e da una pioggerellina tanto fitta quanto fastidiosa che mi ha impedito, oltre di guidare “come si deve”, anche di vedere quello che mi circondava. Mi accontenterò con le foto che troverò in rete...
Le statali 168 e 108 richiudono l’anello che riporta a Lienz. Imbocco la lunga galleria (il Felbertauerntunnel) che separa la regione di Salisburgo dal Tirolo Orientale in mezzo alla pioggia e ne esco con un sole splendido! Misteri della meteorologia...
Da Lienz mi dirigo di nuovo verso l’Italia percorrendo il bellissimo Gailbergsattel e il meno bello passo Monte Croce Carnico, in vetta al quale c’è la (ex) frontiera. Da lì a Tolmezzo c’è una mezz’oretta di discesa, dapprima ostica (i primi tornanti sono in galleria! ), poi agevolissima, un falsopiano. Siamo in Carnia, al termine di una giornata che, causa il maltempo sul Grossglockner, mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca.

Giorno 6: Tolmezzo – Trieste. E poi...
Già, “e poi…”.
Perché dopo aver raggiunto Trieste, come cantava Jovanotti, “Non mi basta mai!”.
La mattina mi muovo verso Tarvisio ed entro in Slovenia. Da Kranjska Gora salgo per un passo a me sconosciuto ma molto suggestivo dal nome impronunciabile: qualcosa tipo Vrsic, ma sulla S e sulla C ci sono degli strani simboli… I tornanti sono molto stretti e pavimentati a sampietrini, come in alcune nostre grandi città. Ma, scommetto, non per gli stessi motivi.
Scendo poi verso Nova Gorica, transitando per Caporetto (avete studiato la Prima Guerra Mondiale? Vi dice niente? ), e a Gorizia rieccomi, finalmente, in Italia. Da lì a Trieste è un attimo. Intorno alle 13 posso dire “Missione compiuta!”.
Dicevamo che “non mi basta mai!”. Infatti a questo punto non vorremo mica tornare a Bergamo in autostrada? Mai! E poi oggi c’è un bel sole, sarebbe un peccato non approfittarne.
Allora torno a Tolmezzo (questa volta sì, in autostrada) e da lì imbocco il passo Mauria. Non lo conoscevo, cosa mi ero perso!
Da lì raggiungo Cortina e torno su strade “amiche”: Falzarego, Pordoi (sulla discesa “mi sono preso” con una coppia di Tedeschi su Superduke. Arrivati a Canazei ci siamo fatti i complimenti! ) e Costalunga.
Ok, adesso sono a Bolzano. Mancano la Mendola e il Tonale. Poi sarò quasi a casa.
Ma sono le otto, meglio prendere l’autostrada. Arrivo quasi alle undici (c’è tempo anche per una cena in Autogrill) e il solito TRIP2 segna 852!!!
Per oggi può bastare!

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TESSERA SOCIO TITOLARE 2004-5-6-7 N°chi se lo ricorda???

"Anche un maiale può arrampicarsi su un albero quando viene adulato”


https://www.youtube.com/watch?v=Rlzi7Cos2B4

zak
2Fast4U

Italy
2181 Posts

Posted - 17 Sep 2008 :  12:54:34  Show Profile  Reply with Quote
ma dopo tutto il giro per arrivare a ISENGARD
la motina l'hai buttata via e il sedere ce lo hai sfasciato

TESSERA SOCIO SOSTENITORE 2010 N°155
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“Il problema è mantenere una velocità di pensiero che sia superiore alla velocità della macchina”
Walter Röhrl


Edited by - zak on 17 Sep 2008 12:55:22
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